8 piatti tipici emiliani da provare almeno una volta

La tradizione culinaria dell’Emilia-Romagna è ricca e varia distinguendosi, in alcuni anche in modo significativo, a seconda della zona. E poi, quanti nomi esistono per uno stesso (apparentemente) formato di pasta fresca ripiena e quante differenze territoriali ci sono? Quanti tipi di salumi vengono prodotti in questa regione? Quanti sapori puoi trovare in cantina? La risposta è sempre la stessa: tantissimi. Allora non resta che iniziare il viaggio tra i prodotti di queste terre che sicuramente stupirà.

Prima di tutto dobbiamo dire che la cucina dell’Emilia tanto quanto quella della Romagna impiega materie prime di grande qualità, strettamente legate a una storia di sviluppo agricolo e industriale quasi unici. Questa qualità poi la si ritrova negli ingredienti che creano piatti saporiti ma al contempo semplici. 

Iniziamo il nostro viaggio nella regione dei sapori con 8 ricette tipiche emiliane.

 

 

Tortelli o tortelloni all’erbetta

I tortelli sono uno dei principali piatti tipici del territorio, soprattutto delle province di Reggio Emilia,  Parma e Piacenza. Ne esistono diverse versioni che possiamo considerare tradizionali, che variano in base all’ingrediente principale del ripieno: alle erbette, alle patate, alla zucca e alle castagne.

Quelli alle erbette, che vengono chiamati tortelli verdi, sono quelli più conosciuti e più rappresentativi della zona. Si tratta di una pasta all’uovo ripiena di ricotta e spinaci o bietole, a seconda della tradizione territoriale; solitamente i tortelli alle erbette vengono conditi in maniera molto semplice con burro fuso e Parmigiano Reggiano ma è possibile trovarli con condimenti più articolati.

 

 

Anolini o cappelletti di Parma

Gli anolini, conosciuti anche come cappelletti (solo nel territorio parmense), sono anch’essi un formato di pasta ripiena. Qui abbiamo una pasta all’uovo, solitamente tirata a mano, farcita con carne (stracotto), pane grattugiato e Parmigiano Reggiano oppure quando sono “di magro”, con i soli Parmigiano Reggiano, pangrattato a cui si aggiungono noce moscata, uovo e brodo (o sugo di stracotto) per amalgamare. Gli anolini vengono solitamente mangiati in brodo, meglio se di cappone, oppure conditi con del sugo.

Il formato di pasta è molto semplice: gli anolini di Parma hanno una forma rotonda e sono chiusi con l’apposito strumento dalla forma zigrinata o liscia.

 

 

Tortellini o, ancora, cappelletti…in brodo

Ecco un piatto che  quasi tutti hanno provato almeno una volta; i tortellini in brodo sono una pasta all’uovo ripiena di carne, prosciutto cotto, mortadella e Parmigiano Reggiano che solitamente viene servita, appunto, in brodo; il brodo è di carne: manzo, gallina oppure cappone.

L’origine di questo piatto è stata contesa a lungo tra due città, Bologna e Modena; poi nell’800 si decise che il luogo di nascita ufficiale dei tortellini fosse Castelfranco Emilia, un paese a metà strada tra le due contendenti. Di questo piatto, esiste addirittura una ricetta ufficiale depositata presso la Camera di Commercio bolognese scritta dalla Dotta Confraternita del Tortellino.

Questo formato è diffuso in gran parte della regione ma con nomi diversi. Se siete a Reggio Emilia dovete ordinare un piatto di cappelletti, non sbagliatevi!

Tagliatelle al ragù bolognese

Una delle ricette più semplici e comuni, ma non per questo meno degna di nota, le tagliatelle sono un piatto imprescindibile nei nostri menù. Si tratta di pasta all’uovo lunga condita con il tradizionale ragù bolognese, grande classico amato in tutta Italia e anche all’estero. Le versioni di questa ricetta sono diverse, sia per ingredienti e lunghezza della pasta, sia per gli ingredienti del sugo, ma ci sono due caratteristiche che non possono essere trascurate: il trito di carne deve essere un misto di maiale e manzo e la cottura deve essere lenta.

Anche questa ricetta, dal 1972, è depositata presso la Camera di Commercio di Bologna: qui sono definite le dimensioni della pasta e gli ingredienti del condimento del piatto della tradizione.

 

 

Pisarei e fasò

Un piatto simbolo della cucina piacentina, i pisarei e fasò sono gnocchetti fatti a mano, preparati con pane raffermo e farina. Di solito vengono poi conditi con un sugo a base di fagioli, pestata di lardo, cipolla e pomodoro.

 

 

Tigelle o Crescentine

Si tratta di piccole focaccine preparate con farina, acqua, lievito di birra e strutto che vengono spesso accompagnate da salumi. Il nome cambia a seconda della zona: in Appennino per esempio sono conosciute come Crescentine, mentre in pianura vengono generalmente chiamate Tigelle, il cui nome deriva dalla piastra utilizzata tradizionalmente per cuocerle.

 

 

Erbazzone

L’erbazzone, ricetta tipica di Reggio Emilia ma diffusa anche fuori dalla provincia, è una torta salata che viene preparata con due sfoglie di pasta matta, ripiene di bietola lessata, uova, cipolle e Parmigiano Reggiano. Può essere consumata durante un aperitivo o come secondo.

I dolci

Se guardiamo invece tra i dolci emiliani, troviamo la ferraresa torta tenerina, con cioccolato, burro, farina e uova, la torta Barozzi di Vignola, la cui vera ricetta è segreta, ma sappiamo che contiene mandorle, arachidi e cacao, e il biscione reggiano, con mandorle, zucchero, uova e canditi.

 

 

Vini perfetti per accompagnare i piatti tipici dell’Emilia-Romagna

Cosa accompagnare a questi piatti? Sicuramente dei vini tipici del territorio!

 Quindi cosa c’è di meglio dei nostri Lambrusco? Ogni bottiglia regala sentori e sensazioni diverse che la renderà perfetta per queste ricette della tradizione.