Come organizzare una grigliata di Ferragosto perfetta

La grigliata di Ferragosto è un grande classico dell’estate, nonché l’occasione perfetta per radunare amici e familiari e godersi un pranzo all’aria aperta. Questa tradizione italiana è molto più di un semplice pasto, è un momento di convivialità e gioia condivisa. Organizzare una grigliata di Ferragosto potrebbe sembrare una cosa complicata, ma basta seguire qualche consiglio per una riuscita assicurata.

Location e griglia: cosa non puoi dimenticare

Per organizzare una grigliata di successo è essenziale dedicare un po’ di tempo alla pianificazione. La prima cosa da fare è assicurarsi di avere una griglia adeguata e in buone condizioni nonché tutti gli accessori che possono essere utili come pinze, spazzole e spiedi. Se non utilizzi la griglia e i suoi strumenti da un po’, è consigliabile pulirla accuratamente prima dell’evento. Anche la scelta del carbone contribuisce alla riuscita della grigliata, quindi scegli un prodotto di qualità.

Una volta lucidati gli strumenti, bisognerà trovare una location adatta, che sia abbastanza spaziosa da ospitare tutti gli invitati: puoi scegliere un cortile, ma anche un prato in campagna o montagna. Ci sono, infatti, diversi spiazzi verdi muniti di barbecue che può essere utilizzato liberamente o tramite prenotazione. Ma state bene attenti ed accertatevi che sia possibile accendere il fuoco.

Dopo di che non resterà che assicurarsi di avere tavoli e sedie a sufficienza per gli ospiti – o teli se si sceglie la modalità pic nic – e apparecchiare la tavola. Nel caso, per esigenza, dovessi optare per piatti, bicchieri e posate usa e getta, cerca sempre l’alternativa più sostenibile come stoviglie in carta o in materiali riciclati.

Cosa cucinare alla grigliata di Ferragosto?

La scelta della carne gioca un ruolo cruciale nella riuscita della tua grigliata di Ferragosto. Opta per carni di alta qualità, fresche e ben conservate. I tagli che si prestano di più alla cottura alla griglia sono le costine e le bistecche, con o senza osso, a cui aggiungere salsicce e pollo. Prepara anche una marinatura gustosa con rosmarino, aglio, ginepro, foglie di salvia per insaporire le carni in anticipo, in modo da ottenere un risultato ancora più succulento.

Oltre alla carne, assicurati di includere anche delle alternative adatte alle persone vegetariane, vegane o che semplicemente non amano la carne. Verdure come zucchine, melanzane, peperoni e funghi si prestano bene alla griglia e possono essere preparate con una varietà di marinature e condimenti. Allo stesso modo alcuni formaggi, come i tomini, sono perfetti da cuocere sul barbecue e davvero deliziosi. Infine, potresti acquistare o preparare anche degli hamburger fatti con legumi o con altri sostituti della carne.

Contorni e accompagnamenti

Una grigliata di Ferragosto non è completa senza deliziosi accompagnamenti. Preparate delle fresche insalate, magari con pomodori, cetrioli, rucola e olive, condite con olio extravergine d’oliva e aceto balsamico di alta qualità. Servi pane appena sfornato e salse di diverso genere come quella barbecue, ai peperoni o la maionese aromatizzata per arricchire ulteriormente i sapori.

Non dimenticate di includere contorni come patate al forno o patate dolci, magari con una spolverata di paprika per renderle ancora più gustose. E per chi ama i sapori autentici delle tradizioni italiane, un piatto di pasta fredda condita con pesto o pomodoro fresco sarà sicuramente apprezzato.

Quale vino scegliere?

Per completare la vostra grigliata di Ferragosto con un abbinamento perfetto, scegli un Lambrusco. Questo vino rosso frizzante è l’accompagnamento ideale per una grigliata estiva in quanto risulta leggero e fresco. La sua effervescenza e le note fruttate si sposano magnificamente con i sapori intensi della carne alla griglia, creando un equilibrio di gusto unico.

Vi consigliamo due nostre bottiglie: il 1950 Lambrusco Reggiano DOC secco si presta bene in accompagnamento a carni rosse, mentre il Lambrusco Emilia IGT amabile è un ottimo vino da gustare con formaggi e verdure grigliate.

Idee estive di tagliere per il perfetto aperitivo in casa

L’estate è una stagione che ci invita a rilassarci e godere di momenti di svago e convivialità con amici e familiari. E cosa c’è di meglio di un delizioso aperitivo fatto in casa per celebrare l’atmosfera estiva?

Che lo organizzi tra le mura domestiche, in giardino o in terrazza, l’aperitivo è l’occasione perfetta per sorseggiare un cocktail o un calice di vino e gustare piccoli assaggi di prelibatezze. Se desideri sorprendere i tuoi ospiti con un’accoppiata vincente, non puoi lasciarti sfuggire l’abbinamento tra il re dei vini emiliani e il giusto tagliere.

Tagliere estivo con Lambrusco

Parliamo del Lambrusco, un vino leggero e naturalmente fresco che, grazie all’acidità ben bilanciata e al sapore frizzante, è la bollicina perfetta per accompagnare un aperitivo estivo.

Suggeriamo, tra le diverse bottiglie, di optare per un Lambrusco Reggiano DOC secco o un Lambrusco Reggiano DOC amabile che per le loro caratteristiche possono diventare veri protagonisti dell’aperitivo estivo.

Vediamo insieme qualche idea per dar vita a un vivace e saporito momento conviviale.

Per l’estate date un tocco di colore al vostro tagliere mettendo al fianco di un ottimo Prosciutto di Parma dei formaggi magri o del Parmigiano Reggiano, delle verdure, delle torte salate leggere, così come grissini e altri piccoli stuzzichini che donano freschezza e unicità all’insieme.

Lambrusco Reggiano DOC secco: come costruire un tagliere adatto?

Il “1950” Lambrusco Reggiano DOC secco è un rosso frizzante dal sapore asciutto e persistente, dalle note fruttate che si sprigionano già al naso. La gradazione alcolica e il livello zuccherino basso lo rendono un Lambrusco fresco e leggero, dall’abbinamento versatile.

Questa bottiglia si accompagna molto bene alle verdure e alle carni rosse; ma come sfruttare questi sapori in un tagliere estivo? Semplice, possiamo aggiungere, ad esempio, un tris di verdure grigliate con zucchine, melanzane e peperoni oppure una piccola porzione di verdure saltate in padella speziate, il tutto servito appena tiepido o freddo. Per quanto riguarda la carne, possiamo puntare su un roast beef fresco e leggero oppure su una tartare, come la battuta a coltello di Fassona piemontese o su un classico vitello tonnato.

A questi possiamo accostare qualche finger food più classico come dei formaggi freschi, salumi leggeri e poco grassi, taralli o grissini e, perché no, una quiche di verdure o una torta salata.

 

Cosa abbinare al Lambrusco Reggiano DOC amabile

Il “1950” Lambrusco Reggiano DOC Amabile ha una concentrazione zuccherina molto più alta e una gradazione alcolica più bassa. Il sapore è fine e persistente, piacevolmente equilibrato tra la nota amabile e la vena delicatamente acidula che lo rende perfetto per gli amanti dei vini più dolci.

Questo Lambrusco si presta molto ad accompagnare un tagliere estivo in quanto è perfetto con salumi, piatti freddi a base di riso o pasta, crudi di carne o di pesce. Potrebbe quindi essere un’ottima idea inserire nel tuo tagliere una piccola monoporzione di pasta fredda o di insalata di riso condite con gli ingredienti che più ti piacciono; ma anche una monoporzione di tartare di Fassona o un sashimi di pesce – tonno o salmone sono i più facili da reperire e più apprezzati.

Anche in questo caso possiamo poi aggiungere altri stuzzichini più semplici, come un po’ di pane, focaccia o grissini, qualche formaggio fresco e delle torte o frittate a base di verdura.

8 piatti tipici emiliani da provare almeno una volta

La tradizione culinaria dell’Emilia-Romagna è ricca e varia distinguendosi, in alcuni anche in modo significativo, a seconda della zona. E poi, quanti nomi esistono per uno stesso (apparentemente) formato di pasta fresca ripiena e quante differenze territoriali ci sono? Quanti tipi di salumi vengono prodotti in questa regione? Quanti sapori puoi trovare in cantina? La risposta è sempre la stessa: tantissimi. Allora non resta che iniziare il viaggio tra i prodotti di queste terre che sicuramente stupirà.

Prima di tutto dobbiamo dire che la cucina dell’Emilia tanto quanto quella della Romagna impiega materie prime di grande qualità, strettamente legate a una storia di sviluppo agricolo e industriale quasi unici. Questa qualità poi la si ritrova negli ingredienti che creano piatti saporiti ma al contempo semplici. 

Iniziamo il nostro viaggio nella regione dei sapori con 8 ricette tipiche emiliane.

 

 

Tortelli o tortelloni all’erbetta

I tortelli sono uno dei principali piatti tipici del territorio, soprattutto delle province di Reggio Emilia,  Parma e Piacenza. Ne esistono diverse versioni che possiamo considerare tradizionali, che variano in base all’ingrediente principale del ripieno: alle erbette, alle patate, alla zucca e alle castagne.

Quelli alle erbette, che vengono chiamati tortelli verdi, sono quelli più conosciuti e più rappresentativi della zona. Si tratta di una pasta all’uovo ripiena di ricotta e spinaci o bietole, a seconda della tradizione territoriale; solitamente i tortelli alle erbette vengono conditi in maniera molto semplice con burro fuso e Parmigiano Reggiano ma è possibile trovarli con condimenti più articolati.

 

 

Anolini o cappelletti di Parma

Gli anolini, conosciuti anche come cappelletti (solo nel territorio parmense), sono anch’essi un formato di pasta ripiena. Qui abbiamo una pasta all’uovo, solitamente tirata a mano, farcita con carne (stracotto), pane grattugiato e Parmigiano Reggiano oppure quando sono “di magro”, con i soli Parmigiano Reggiano, pangrattato a cui si aggiungono noce moscata, uovo e brodo (o sugo di stracotto) per amalgamare. Gli anolini vengono solitamente mangiati in brodo, meglio se di cappone, oppure conditi con del sugo.

Il formato di pasta è molto semplice: gli anolini di Parma hanno una forma rotonda e sono chiusi con l’apposito strumento dalla forma zigrinata o liscia.

 

 

Tortellini o, ancora, cappelletti…in brodo

Ecco un piatto che  quasi tutti hanno provato almeno una volta; i tortellini in brodo sono una pasta all’uovo ripiena di carne, prosciutto cotto, mortadella e Parmigiano Reggiano che solitamente viene servita, appunto, in brodo; il brodo è di carne: manzo, gallina oppure cappone.

L’origine di questo piatto è stata contesa a lungo tra due città, Bologna e Modena; poi nell’800 si decise che il luogo di nascita ufficiale dei tortellini fosse Castelfranco Emilia, un paese a metà strada tra le due contendenti. Di questo piatto, esiste addirittura una ricetta ufficiale depositata presso la Camera di Commercio bolognese scritta dalla Dotta Confraternita del Tortellino.

Questo formato è diffuso in gran parte della regione ma con nomi diversi. Se siete a Reggio Emilia dovete ordinare un piatto di cappelletti, non sbagliatevi!

Tagliatelle al ragù bolognese

Una delle ricette più semplici e comuni, ma non per questo meno degna di nota, le tagliatelle sono un piatto imprescindibile nei nostri menù. Si tratta di pasta all’uovo lunga condita con il tradizionale ragù bolognese, grande classico amato in tutta Italia e anche all’estero. Le versioni di questa ricetta sono diverse, sia per ingredienti e lunghezza della pasta, sia per gli ingredienti del sugo, ma ci sono due caratteristiche che non possono essere trascurate: il trito di carne deve essere un misto di maiale e manzo e la cottura deve essere lenta.

Anche questa ricetta, dal 1972, è depositata presso la Camera di Commercio di Bologna: qui sono definite le dimensioni della pasta e gli ingredienti del condimento del piatto della tradizione.

 

 

Pisarei e fasò

Un piatto simbolo della cucina piacentina, i pisarei e fasò sono gnocchetti fatti a mano, preparati con pane raffermo e farina. Di solito vengono poi conditi con un sugo a base di fagioli, pestata di lardo, cipolla e pomodoro.

 

 

Tigelle o Crescentine

Si tratta di piccole focaccine preparate con farina, acqua, lievito di birra e strutto che vengono spesso accompagnate da salumi. Il nome cambia a seconda della zona: in Appennino per esempio sono conosciute come Crescentine, mentre in pianura vengono generalmente chiamate Tigelle, il cui nome deriva dalla piastra utilizzata tradizionalmente per cuocerle.

 

 

Erbazzone

L’erbazzone, ricetta tipica di Reggio Emilia ma diffusa anche fuori dalla provincia, è una torta salata che viene preparata con due sfoglie di pasta matta, ripiene di bietola lessata, uova, cipolle e Parmigiano Reggiano. Può essere consumata durante un aperitivo o come secondo.

I dolci

Se guardiamo invece tra i dolci emiliani, troviamo la ferraresa torta tenerina, con cioccolato, burro, farina e uova, la torta Barozzi di Vignola, la cui vera ricetta è segreta, ma sappiamo che contiene mandorle, arachidi e cacao, e il biscione reggiano, con mandorle, zucchero, uova e canditi.

 

 

Vini perfetti per accompagnare i piatti tipici dell’Emilia-Romagna

Cosa accompagnare a questi piatti? Sicuramente dei vini tipici del territorio!

 Quindi cosa c’è di meglio dei nostri Lambrusco? Ogni bottiglia regala sentori e sensazioni diverse che la renderà perfetta per queste ricette della tradizione.

 

Gnocchi verdi d’erbetta con baccalà e salsa di Parmigiano Reggiano

Oggi proponiamo una ricetta che unisce le bietole (o erbette) e il Parmigiano Reggiano, ingredienti tipici della pasta fresca ripiena della tradizione emiliana, con il sapore del mare, in una sintesi insolita che rinnova un classico della cucina. Gli gnocchi verdi d’erbetta con baccalà e salsa di Parmigiano Reggiano si abbineranno in maniera eccellente al 1950 – Lambrusco DOC Reggiano secco.

Gli ingredienti e il procedimento per gli gnocchi verdi

La preparazione degli gnocchi parte dalla base classica alle patate a cui va aggiunta la bietola, solo la foglia, sbollentata e tritata finemente. Per il baccalà la lavorazione è altrettanto semplice: una volta eliminate le spine e la pelle del filetto dissalato, tagliatelo a cubetti e fatelo rosolare in una noce di burro a fuoco vivace con alcune foglie di salvia.

Una volta scottato, togliete il pesce dalla padella e integrate al fondo di cottura della panna liquida, della noce moscata e del Parmigiano Reggiano mescolando fino ad ottenere una salsa delicata e liquida. A questo punto riunite tutti gli ingredienti, impiattate e portate in tavola.

Il vino perfetto da abbinare agli gnocchi

Qui ad aspettare ci sarà un calice di 1950 Lambrusco DOC Reggiano secco pronto all’unione di sapori. L’aromaticità e la sapidità dell’ingrediente principale, il baccalà, vengono già ottimamente mitigate e contenute dalla tendenza dolce degli gnocchi, e si uniscono alle note balsamiche di salvia e noce moscata.

La grassezza di questo pesce inoltre si amalgama a quella della crema di Parmigiano Reggiano Dop, per un piatto che si caratterizza per la morbidezza che viene ben bilanciata e detersa dalla freschezza e dall’effervescenza del nostro Lambrusco. In questa ricetta avrà campo perfetto per mostrare tutta la bellezza della sua acidità intrinseca, assolutamente tipica del prodotto nella sua versione classica.

Tipologie di Lambrusco: quali sono e come riconoscerle

Tutti abbiamo, almeno una volta, sentito parlare se non assaggiato un Lambrusco, ma sappiamo davvero quanti tipi ne esistono e come riconoscerli?

Quello che è risaputo è che il Lambrusco è il vino italiano più famoso e venduto all’estero. Sarà per le sue vivaci bollicine rosse, per la sua versatilità d’abbinamento o per l’allegria che porta in ogni tavola ma la cosa certa è che ha conquistato generazioni di consumatori. Ma non tutti conoscono i molti segreti del Lambrusco, a partire dalle varietà e denominazioni.

Le tipologie di vitigni di Lambrusco

Di Lambrusco non ce n’è uno solo, ma ne esiste una grande varietà, così come numerose sono le tipologie di vitigni appartenenti alla grande famiglia dei Lambrusco. Oggi se ne contano 12 in produzione – tra cui Marani, Sorbara, Grasparossa, Maestri, Oliva, Foglia Frastagliata, Viadanese –, a cui si aggiungono uve tipiche della tradizione emiliana che entrano a far parte del processo produttivo, come l’Ancellotta.

Ognuna di queste uve ha un carattere preciso e distintivo che connota il profumo, il colore e il gusto del vino.

Le varie tipologie di Lambrusco nella maggior parte dei casi non vengono vinificate separate ma vengono ”mescolate” per creare blend in cui prevale il carattere di una o la personalità dell’altra. 

Se all’assaggio siamo colpiti per la freschezza floreale e la spiccata acidità, è probabile che nel calice ci sia un vivace Lambrusco Sorbara. Il Salamino ci conquisterà, invece, per la sua briosità ed intensità di frutto, mentre il Lambrusco Grasparossa ha forte personalità, un corpo più deciso e un’interessante trama tannica. Il Marani è espressione di un perfetto equilibrio sensoriale;  per finire, il Maestri si farà notare per l’intensità di colore al calice.

La provenienza geografica del Lambrusco

C’è poi un altro elemento fondamentale per scegliere e comprendere un Lambrusco ed è la provenienza geografica. Questo vino è simbolo dell’emilianità:  ha il suo cuore tra le provincie di Modena, Reggio Emilia e Parma. Per tradizione, oltre che per caratteristiche del territorio e dei terreni, in queste zone sono prodotti vini a volte molto diversi fra loro. E questa eterogeneità va moltiplicata per il numero di cantine, che danno la loro impronta e interpretazione enologica ai propri Lambrusco.

Se percorriamo la provincia di Modena troveremo una prevalenza di vini in purezza, ovvero Lambruschi monovarietali di uve Sorbara, di uve Grasparossa o di uve Salamino. Nell’area reggiana, invece, tradizionalmente il Lambrusco è il risultato di sapienti blend creati soprattutto con uve Marani, Salamino o Grasparossa, vitigni diffusi tra la pianura e le colline della provincia. Diverso ancora il Lambrusco prodotto dalle cantine di Parma: qui facciamo l’esperienza di uno stile più setoso, in cui l’acidità e la struttura tannica lasciano spazio al residuo zuccherino che garantisce una piacevolezza di beva più morbida.

Questo quadro ci fa capire come di fronte a noi si apra un’infinita varietà di esperienze sensoriali, gustative e di abbinamento. Si potrà conoscere pienamente il Lambrusco solo quando si deciderà di intraprendere un lungo viaggio nei segreti del vino più famoso del mondo.

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