Come organizzare una grigliata di Ferragosto perfetta

La grigliata di Ferragosto è un grande classico dell’estate, nonché l’occasione perfetta per radunare amici e familiari e godersi un pranzo all’aria aperta. Questa tradizione italiana è molto più di un semplice pasto, è un momento di convivialità e gioia condivisa. Organizzare una grigliata di Ferragosto potrebbe sembrare una cosa complicata, ma basta seguire qualche consiglio per una riuscita assicurata.

Location e griglia: cosa non puoi dimenticare

Per organizzare una grigliata di successo è essenziale dedicare un po’ di tempo alla pianificazione. La prima cosa da fare è assicurarsi di avere una griglia adeguata e in buone condizioni nonché tutti gli accessori che possono essere utili come pinze, spazzole e spiedi. Se non utilizzi la griglia e i suoi strumenti da un po’, è consigliabile pulirla accuratamente prima dell’evento. Anche la scelta del carbone contribuisce alla riuscita della grigliata, quindi scegli un prodotto di qualità.

Una volta lucidati gli strumenti, bisognerà trovare una location adatta, che sia abbastanza spaziosa da ospitare tutti gli invitati: puoi scegliere un cortile, ma anche un prato in campagna o montagna. Ci sono, infatti, diversi spiazzi verdi muniti di barbecue che può essere utilizzato liberamente o tramite prenotazione. Ma state bene attenti ed accertatevi che sia possibile accendere il fuoco.

Dopo di che non resterà che assicurarsi di avere tavoli e sedie a sufficienza per gli ospiti – o teli se si sceglie la modalità pic nic – e apparecchiare la tavola. Nel caso, per esigenza, dovessi optare per piatti, bicchieri e posate usa e getta, cerca sempre l’alternativa più sostenibile come stoviglie in carta o in materiali riciclati.

Cosa cucinare alla grigliata di Ferragosto?

La scelta della carne gioca un ruolo cruciale nella riuscita della tua grigliata di Ferragosto. Opta per carni di alta qualità, fresche e ben conservate. I tagli che si prestano di più alla cottura alla griglia sono le costine e le bistecche, con o senza osso, a cui aggiungere salsicce e pollo. Prepara anche una marinatura gustosa con rosmarino, aglio, ginepro, foglie di salvia per insaporire le carni in anticipo, in modo da ottenere un risultato ancora più succulento.

Oltre alla carne, assicurati di includere anche delle alternative adatte alle persone vegetariane, vegane o che semplicemente non amano la carne. Verdure come zucchine, melanzane, peperoni e funghi si prestano bene alla griglia e possono essere preparate con una varietà di marinature e condimenti. Allo stesso modo alcuni formaggi, come i tomini, sono perfetti da cuocere sul barbecue e davvero deliziosi. Infine, potresti acquistare o preparare anche degli hamburger fatti con legumi o con altri sostituti della carne.

Contorni e accompagnamenti

Una grigliata di Ferragosto non è completa senza deliziosi accompagnamenti. Preparate delle fresche insalate, magari con pomodori, cetrioli, rucola e olive, condite con olio extravergine d’oliva e aceto balsamico di alta qualità. Servi pane appena sfornato e salse di diverso genere come quella barbecue, ai peperoni o la maionese aromatizzata per arricchire ulteriormente i sapori.

Non dimenticate di includere contorni come patate al forno o patate dolci, magari con una spolverata di paprika per renderle ancora più gustose. E per chi ama i sapori autentici delle tradizioni italiane, un piatto di pasta fredda condita con pesto o pomodoro fresco sarà sicuramente apprezzato.

Quale vino scegliere?

Per completare la vostra grigliata di Ferragosto con un abbinamento perfetto, scegli un Lambrusco. Questo vino rosso frizzante è l’accompagnamento ideale per una grigliata estiva in quanto risulta leggero e fresco. La sua effervescenza e le note fruttate si sposano magnificamente con i sapori intensi della carne alla griglia, creando un equilibrio di gusto unico.

Vi consigliamo due nostre bottiglie: il 1950 Lambrusco Reggiano DOC secco si presta bene in accompagnamento a carni rosse, mentre il Lambrusco Emilia IGT amabile è un ottimo vino da gustare con formaggi e verdure grigliate.

Idee estive di tagliere per il perfetto aperitivo in casa

L’estate è una stagione che ci invita a rilassarci e godere di momenti di svago e convivialità con amici e familiari. E cosa c’è di meglio di un delizioso aperitivo fatto in casa per celebrare l’atmosfera estiva?

Che lo organizzi tra le mura domestiche, in giardino o in terrazza, l’aperitivo è l’occasione perfetta per sorseggiare un cocktail o un calice di vino e gustare piccoli assaggi di prelibatezze. Se desideri sorprendere i tuoi ospiti con un’accoppiata vincente, non puoi lasciarti sfuggire l’abbinamento tra il re dei vini emiliani e il giusto tagliere.

Tagliere estivo con Lambrusco

Parliamo del Lambrusco, un vino leggero e naturalmente fresco che, grazie all’acidità ben bilanciata e al sapore frizzante, è la bollicina perfetta per accompagnare un aperitivo estivo.

Suggeriamo, tra le diverse bottiglie, di optare per un Lambrusco Reggiano DOC secco o un Lambrusco Reggiano DOC amabile che per le loro caratteristiche possono diventare veri protagonisti dell’aperitivo estivo.

Vediamo insieme qualche idea per dar vita a un vivace e saporito momento conviviale.

Per l’estate date un tocco di colore al vostro tagliere mettendo al fianco di un ottimo Prosciutto di Parma dei formaggi magri o del Parmigiano Reggiano, delle verdure, delle torte salate leggere, così come grissini e altri piccoli stuzzichini che donano freschezza e unicità all’insieme.

Lambrusco Reggiano DOC secco: come costruire un tagliere adatto?

Il “1950” Lambrusco Reggiano DOC secco è un rosso frizzante dal sapore asciutto e persistente, dalle note fruttate che si sprigionano già al naso. La gradazione alcolica e il livello zuccherino basso lo rendono un Lambrusco fresco e leggero, dall’abbinamento versatile.

Questa bottiglia si accompagna molto bene alle verdure e alle carni rosse; ma come sfruttare questi sapori in un tagliere estivo? Semplice, possiamo aggiungere, ad esempio, un tris di verdure grigliate con zucchine, melanzane e peperoni oppure una piccola porzione di verdure saltate in padella speziate, il tutto servito appena tiepido o freddo. Per quanto riguarda la carne, possiamo puntare su un roast beef fresco e leggero oppure su una tartare, come la battuta a coltello di Fassona piemontese o su un classico vitello tonnato.

A questi possiamo accostare qualche finger food più classico come dei formaggi freschi, salumi leggeri e poco grassi, taralli o grissini e, perché no, una quiche di verdure o una torta salata.

 

Cosa abbinare al Lambrusco Reggiano DOC amabile

Il “1950” Lambrusco Reggiano DOC Amabile ha una concentrazione zuccherina molto più alta e una gradazione alcolica più bassa. Il sapore è fine e persistente, piacevolmente equilibrato tra la nota amabile e la vena delicatamente acidula che lo rende perfetto per gli amanti dei vini più dolci.

Questo Lambrusco si presta molto ad accompagnare un tagliere estivo in quanto è perfetto con salumi, piatti freddi a base di riso o pasta, crudi di carne o di pesce. Potrebbe quindi essere un’ottima idea inserire nel tuo tagliere una piccola monoporzione di pasta fredda o di insalata di riso condite con gli ingredienti che più ti piacciono; ma anche una monoporzione di tartare di Fassona o un sashimi di pesce – tonno o salmone sono i più facili da reperire e più apprezzati.

Anche in questo caso possiamo poi aggiungere altri stuzzichini più semplici, come un po’ di pane, focaccia o grissini, qualche formaggio fresco e delle torte o frittate a base di verdura.

È possibile abbinare pizza e vino?

Ti è mai capitato di essere in pizzeria o a casa con una bella pizza profumata e fragrante, ma non aver proprio voglia di accompagnarla con la solita birra o una bibita frizzante? Sarai felice di sapere che anche il vino può essere abbinato alla pizza con grandi risultati.

Ecco allora qualche dritta per affiancare pizza e vino al meglio.

Quale vino abbinare alla piazza?

In generale, i vini particolarmente tannici – che contengono molti tannini e sono pertanto decisamente strutturati – non sono adatti all’abbinamento con la pizza; infatti, i tannini presenti nel vino hanno un effetto astringente che, se abbinato a un piatto che non è abbastanza succoso, rischia di provocare una sensazione di disidratazione. Per questo sono più indicati vini bianchi o rossi leggeri.

La distinzione principale da fare per capire quale vino scegliere è tra pizza rossa, con la passata di pomodoro, e pizza bianca, condita di solito principalmente con formaggi e altri ingredienti.

La pizza rossa si adatta meglio ai vini rossi di media struttura, in quanto i tannini, comunque presenti, possono armonizzarsi con l’acidità del pomodoro. La pizza bianca, invece, si presta all’abbinamento con vini più acidi, che meglio bilanciano la grassezza dei latticini; per questo i più indicati sono i bianchi fermi oppure frizzanti.

Pizza rossa: quale vino scegliere?

Se la tua scelta ricade sulla pizza rossa, un ottimo abbinamento potrebbe essere un Lambrusco, meglio se Lambrusco Riunite! I nostri vini esaltano le peculiarità vitivinicole del territorio reggiano lavorando diverse uve di Lambrusco. Regalano così un viaggio di esperienze di degustazione che sono una scoperta del territorio di cui sono espressione ma sanno anche sorprendere in abbinamenti insoliti, anche con una pizza gourmet.

Elemento distintivo e una delle caratteristiche che guida la scelta di un Lambrusco, è il contenuto di zucchero d’uva residuo che varia a seconda dell’etichetta e della lavorazione. Un Lambrusco Amabile sarà un’ottima scelta per l’abbinamento con la pizza. Con un’acidità mediamente superiore agli altri vini e, un residuo zuccherino elevato, i Lambruschi offrono un gusto peculiare in cui la sensazione acida è stata attenuata e la componente aromatica esaltata.

Il nostro consiglio di abbinamento? Lambrusco Emilia Amabile, creato con Lambrusco Marani, Lambrusco Salamino, Lambrusco Maestri e Ancellotta. Il colore è rosso vivace, il profumo fruttato e il sapore morbido e armonico. Per una serata all’insegna del gusto.

8 piatti tipici emiliani da provare almeno una volta

La tradizione culinaria dell’Emilia-Romagna è ricca e varia distinguendosi, in alcuni anche in modo significativo, a seconda della zona. E poi, quanti nomi esistono per uno stesso (apparentemente) formato di pasta fresca ripiena e quante differenze territoriali ci sono? Quanti tipi di salumi vengono prodotti in questa regione? Quanti sapori puoi trovare in cantina? La risposta è sempre la stessa: tantissimi. Allora non resta che iniziare il viaggio tra i prodotti di queste terre che sicuramente stupirà.

Prima di tutto dobbiamo dire che la cucina dell’Emilia tanto quanto quella della Romagna impiega materie prime di grande qualità, strettamente legate a una storia di sviluppo agricolo e industriale quasi unici. Questa qualità poi la si ritrova negli ingredienti che creano piatti saporiti ma al contempo semplici. 

Iniziamo il nostro viaggio nella regione dei sapori con 8 ricette tipiche emiliane.

 

 

Tortelli o tortelloni all’erbetta

I tortelli sono uno dei principali piatti tipici del territorio, soprattutto delle province di Reggio Emilia,  Parma e Piacenza. Ne esistono diverse versioni che possiamo considerare tradizionali, che variano in base all’ingrediente principale del ripieno: alle erbette, alle patate, alla zucca e alle castagne.

Quelli alle erbette, che vengono chiamati tortelli verdi, sono quelli più conosciuti e più rappresentativi della zona. Si tratta di una pasta all’uovo ripiena di ricotta e spinaci o bietole, a seconda della tradizione territoriale; solitamente i tortelli alle erbette vengono conditi in maniera molto semplice con burro fuso e Parmigiano Reggiano ma è possibile trovarli con condimenti più articolati.

 

 

Anolini o cappelletti di Parma

Gli anolini, conosciuti anche come cappelletti (solo nel territorio parmense), sono anch’essi un formato di pasta ripiena. Qui abbiamo una pasta all’uovo, solitamente tirata a mano, farcita con carne (stracotto), pane grattugiato e Parmigiano Reggiano oppure quando sono “di magro”, con i soli Parmigiano Reggiano, pangrattato a cui si aggiungono noce moscata, uovo e brodo (o sugo di stracotto) per amalgamare. Gli anolini vengono solitamente mangiati in brodo, meglio se di cappone, oppure conditi con del sugo.

Il formato di pasta è molto semplice: gli anolini di Parma hanno una forma rotonda e sono chiusi con l’apposito strumento dalla forma zigrinata o liscia.

 

 

Tortellini o, ancora, cappelletti…in brodo

Ecco un piatto che  quasi tutti hanno provato almeno una volta; i tortellini in brodo sono una pasta all’uovo ripiena di carne, prosciutto cotto, mortadella e Parmigiano Reggiano che solitamente viene servita, appunto, in brodo; il brodo è di carne: manzo, gallina oppure cappone.

L’origine di questo piatto è stata contesa a lungo tra due città, Bologna e Modena; poi nell’800 si decise che il luogo di nascita ufficiale dei tortellini fosse Castelfranco Emilia, un paese a metà strada tra le due contendenti. Di questo piatto, esiste addirittura una ricetta ufficiale depositata presso la Camera di Commercio bolognese scritta dalla Dotta Confraternita del Tortellino.

Questo formato è diffuso in gran parte della regione ma con nomi diversi. Se siete a Reggio Emilia dovete ordinare un piatto di cappelletti, non sbagliatevi!

Tagliatelle al ragù bolognese

Una delle ricette più semplici e comuni, ma non per questo meno degna di nota, le tagliatelle sono un piatto imprescindibile nei nostri menù. Si tratta di pasta all’uovo lunga condita con il tradizionale ragù bolognese, grande classico amato in tutta Italia e anche all’estero. Le versioni di questa ricetta sono diverse, sia per ingredienti e lunghezza della pasta, sia per gli ingredienti del sugo, ma ci sono due caratteristiche che non possono essere trascurate: il trito di carne deve essere un misto di maiale e manzo e la cottura deve essere lenta.

Anche questa ricetta, dal 1972, è depositata presso la Camera di Commercio di Bologna: qui sono definite le dimensioni della pasta e gli ingredienti del condimento del piatto della tradizione.

 

 

Pisarei e fasò

Un piatto simbolo della cucina piacentina, i pisarei e fasò sono gnocchetti fatti a mano, preparati con pane raffermo e farina. Di solito vengono poi conditi con un sugo a base di fagioli, pestata di lardo, cipolla e pomodoro.

 

 

Tigelle o Crescentine

Si tratta di piccole focaccine preparate con farina, acqua, lievito di birra e strutto che vengono spesso accompagnate da salumi. Il nome cambia a seconda della zona: in Appennino per esempio sono conosciute come Crescentine, mentre in pianura vengono generalmente chiamate Tigelle, il cui nome deriva dalla piastra utilizzata tradizionalmente per cuocerle.

 

 

Erbazzone

L’erbazzone, ricetta tipica di Reggio Emilia ma diffusa anche fuori dalla provincia, è una torta salata che viene preparata con due sfoglie di pasta matta, ripiene di bietola lessata, uova, cipolle e Parmigiano Reggiano. Può essere consumata durante un aperitivo o come secondo.

I dolci

Se guardiamo invece tra i dolci emiliani, troviamo la ferraresa torta tenerina, con cioccolato, burro, farina e uova, la torta Barozzi di Vignola, la cui vera ricetta è segreta, ma sappiamo che contiene mandorle, arachidi e cacao, e il biscione reggiano, con mandorle, zucchero, uova e canditi.

 

 

Vini perfetti per accompagnare i piatti tipici dell’Emilia-Romagna

Cosa accompagnare a questi piatti? Sicuramente dei vini tipici del territorio!

 Quindi cosa c’è di meglio dei nostri Lambrusco? Ogni bottiglia regala sentori e sensazioni diverse che la renderà perfetta per queste ricette della tradizione.

 

Cocktail con vino rosso: una ricetta con il Lambrusco

Il Lambrusco non è solo l’anima della tavola di tradizione, il compagno della cucina emiliana, ma è un sorprendente compagno di viaggio per fare nuove esperienze gustative. È diventata la bollicina rossa degli aperitivi di tendenza e ha conquistato un’ambita posizione tra gli ingredienti della mixology. I cocktail a base di vino rosso che utilizzano il Lambrusco sono freschi, leggeri e, soprattutto, vivaci; hanno, infatti, saputo conquistare gli appassionati del genere. 

UK Sour con Lambrusco

Per realizzare lo UK SOUR è necessario stappare una fresca bottiglia di 1950 Lambrusco DOC Reggiano Secco per ottenere 3 oz (90 ml). Serviranno inoltre:

  • 1 oz (30 ml) – Single Malt Scotch Whisky
  • ½  oz (15 ml) – Apricot brandy
  • ½ oz (15 ml) – Sciroppo di arancia e cannella (Orange Cinnamon Syrup)

 

Preparazione dello UK Sour con Lambrusco

Passiamo alla preparazione: prima di tutto preparate il ghiaccio in un bicchiere old fashioned. Altro ghiaccio sarà messo nel mixing glass dove aggiungerete il whisky, l’apricot brandy e lo sciroppo preparato in precedenza. Mescolate per 10-15 secondi per raffreddare il preparato e colate il tutto nel bicchiere con lo strainer. Ora potete aggiungere il vino, mescolare delicatamente e guarnire con una rondella di arancia essiccata e corteccia di cannella. 

 

Orange Cinnamon Syrup: come si prepara?

Per un perfetto UK Sour è necessario avere un ottimo orange cinnamon syrup (lo sciroppo di arancia e cannella). Ma come si fa? 

Gli ingredienti sono:

  • 250 g acqua
  • 200 g zucchero
  • Succo di 4 arance
  • Scorza di un’arancia
  • 1 stecca di cannella

Procediamo con la preparazione prendendo un pentolino, riscaldate a fuoco l’acqua e tutto lo zucchero finché al suo scioglimento completo. Poi aggiungete il succo delle arance, le loro scorze insieme alla cannella. Una volta raggiunta la temperatura di ebollizione, abbassate il fuoco per ridurre la soluzione e continuate la cottura per altri 10 minuti circa. Con l’aiuto di un colino filtrate e lasciate riposare.

Gnocchi verdi d’erbetta con baccalà e salsa di Parmigiano Reggiano

Oggi proponiamo una ricetta che unisce le bietole (o erbette) e il Parmigiano Reggiano, ingredienti tipici della pasta fresca ripiena della tradizione emiliana, con il sapore del mare, in una sintesi insolita che rinnova un classico della cucina. Gli gnocchi verdi d’erbetta con baccalà e salsa di Parmigiano Reggiano si abbineranno in maniera eccellente al 1950 – Lambrusco DOC Reggiano secco.

Gli ingredienti e il procedimento per gli gnocchi verdi

La preparazione degli gnocchi parte dalla base classica alle patate a cui va aggiunta la bietola, solo la foglia, sbollentata e tritata finemente. Per il baccalà la lavorazione è altrettanto semplice: una volta eliminate le spine e la pelle del filetto dissalato, tagliatelo a cubetti e fatelo rosolare in una noce di burro a fuoco vivace con alcune foglie di salvia.

Una volta scottato, togliete il pesce dalla padella e integrate al fondo di cottura della panna liquida, della noce moscata e del Parmigiano Reggiano mescolando fino ad ottenere una salsa delicata e liquida. A questo punto riunite tutti gli ingredienti, impiattate e portate in tavola.

Il vino perfetto da abbinare agli gnocchi

Qui ad aspettare ci sarà un calice di 1950 Lambrusco DOC Reggiano secco pronto all’unione di sapori. L’aromaticità e la sapidità dell’ingrediente principale, il baccalà, vengono già ottimamente mitigate e contenute dalla tendenza dolce degli gnocchi, e si uniscono alle note balsamiche di salvia e noce moscata.

La grassezza di questo pesce inoltre si amalgama a quella della crema di Parmigiano Reggiano Dop, per un piatto che si caratterizza per la morbidezza che viene ben bilanciata e detersa dalla freschezza e dall’effervescenza del nostro Lambrusco. In questa ricetta avrà campo perfetto per mostrare tutta la bellezza della sua acidità intrinseca, assolutamente tipica del prodotto nella sua versione classica.

Tipologie di Lambrusco: quali sono e come riconoscerle

Tutti abbiamo, almeno una volta, sentito parlare se non assaggiato un Lambrusco, ma sappiamo davvero quanti tipi ne esistono e come riconoscerli?

Quello che è risaputo è che il Lambrusco è il vino italiano più famoso e venduto all’estero. Sarà per le sue vivaci bollicine rosse, per la sua versatilità d’abbinamento o per l’allegria che porta in ogni tavola ma la cosa certa è che ha conquistato generazioni di consumatori. Ma non tutti conoscono i molti segreti del Lambrusco, a partire dalle varietà e denominazioni.

Le tipologie di vitigni di Lambrusco

Di Lambrusco non ce n’è uno solo, ma ne esiste una grande varietà, così come numerose sono le tipologie di vitigni appartenenti alla grande famiglia dei Lambrusco. Oggi se ne contano 12 in produzione – tra cui Marani, Sorbara, Grasparossa, Maestri, Oliva, Foglia Frastagliata, Viadanese –, a cui si aggiungono uve tipiche della tradizione emiliana che entrano a far parte del processo produttivo, come l’Ancellotta.

Ognuna di queste uve ha un carattere preciso e distintivo che connota il profumo, il colore e il gusto del vino.

Le varie tipologie di Lambrusco nella maggior parte dei casi non vengono vinificate separate ma vengono ”mescolate” per creare blend in cui prevale il carattere di una o la personalità dell’altra. 

Se all’assaggio siamo colpiti per la freschezza floreale e la spiccata acidità, è probabile che nel calice ci sia un vivace Lambrusco Sorbara. Il Salamino ci conquisterà, invece, per la sua briosità ed intensità di frutto, mentre il Lambrusco Grasparossa ha forte personalità, un corpo più deciso e un’interessante trama tannica. Il Marani è espressione di un perfetto equilibrio sensoriale;  per finire, il Maestri si farà notare per l’intensità di colore al calice.

La provenienza geografica del Lambrusco

C’è poi un altro elemento fondamentale per scegliere e comprendere un Lambrusco ed è la provenienza geografica. Questo vino è simbolo dell’emilianità:  ha il suo cuore tra le provincie di Modena, Reggio Emilia e Parma. Per tradizione, oltre che per caratteristiche del territorio e dei terreni, in queste zone sono prodotti vini a volte molto diversi fra loro. E questa eterogeneità va moltiplicata per il numero di cantine, che danno la loro impronta e interpretazione enologica ai propri Lambrusco.

Se percorriamo la provincia di Modena troveremo una prevalenza di vini in purezza, ovvero Lambruschi monovarietali di uve Sorbara, di uve Grasparossa o di uve Salamino. Nell’area reggiana, invece, tradizionalmente il Lambrusco è il risultato di sapienti blend creati soprattutto con uve Marani, Salamino o Grasparossa, vitigni diffusi tra la pianura e le colline della provincia. Diverso ancora il Lambrusco prodotto dalle cantine di Parma: qui facciamo l’esperienza di uno stile più setoso, in cui l’acidità e la struttura tannica lasciano spazio al residuo zuccherino che garantisce una piacevolezza di beva più morbida.

Questo quadro ci fa capire come di fronte a noi si apra un’infinita varietà di esperienze sensoriali, gustative e di abbinamento. Si potrà conoscere pienamente il Lambrusco solo quando si deciderà di intraprendere un lungo viaggio nei segreti del vino più famoso del mondo.

Turismo enogastronomico: un Emilia di meraviglie e sapori. Com’è andata nel 2022?

L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per le sue tradizioni culinarie ed è meta di viaggi enogastronomici sia per gli stranieri, sia per gli italiani stessi. Gli eventi legati al settore food & beverage, ma anche la semplice curiosità di visitare una cantina o un ristorante particolare, possono essere motivo per trascorrere un weekend o più giorni in giro per le regioni italiane.

Il legame tra territorio e prodotto è da sempre molto forte in Italia e conoscere il contesto in cui nascono i cibi che mangiamo è essenziale per poterli capire e apprezzare a fondo. Per questo molti turisti sono attratti dai luoghi dove le materie prime nascono e vengono lavorate. Diverse realtà hanno rafforzato il rapporto già stretto tra i propri prodotti e la regione geografica in cui essi vengono preparati o lavorati. Anche per Cantine Riunite l’identità territoriale, l’emilianità e il legame con la tradizione sono parte integrante della propria proposta enologica.

Ma scopriamo com’è andato il turismo enogastronomico in Italia nel 2022.

I vini e i prodotti tipici italiani come principali fonte di interesse

I vini e i prodotti alimentari Made in Italy, per tradizione e qualità, sono apprezzati sia dagli italiani, sia dagli stranieri: secondo il rapporto di Coldiretti, il 58% dei nostri connazionali  si dice interessato al turismo enogastronomico, mentre il 17% sostiene di scegliere la destinazione dei propri viaggi proprio sulla base del cibo e dei prodotti tipici.

Questo interesse lo si riscontra anche nell’acquisto di esperienze online: sono numerose ormai le persone che comprano per sé o regalano esperienze enogastronomiche, come una visita in cantina o una degustazione.

L’enoturismo in Italia

Anche l’enoturismo, ovvero tutte le esperienze di viaggio legate strettamente al vino e alle cantine, è ormai un fenomeno dai grandi numeri. I wine lover e gli appassionati scelgono spesso di visitare vigneti e cantine e di fare una degustazione, tanto che il 71% delle esperienze offerte in ambito vinicolo si legano proprio a queste attività. Ci sono però anche altri eventi più particolari che attirano l’attenzione dei turisti, come i pic-nic o le cene in vigna, i pranzi in cantina e via dicendo. Non parliamo solo di esperti in materia, grandi appassionati o ristoratori, ma anche di persone curiose che vogliono saperne di più sul mondo del vino: dalle uve ai processi di produzione.

 

 

Turismo enogastronomico in Emilia Romagna

L’Emilia Romagna, con la sua forte tradizione gastronomica e vinicola, è sicuramente una delle regioni italiane più attraenti per chi ama la cucina e il vino, tanto che qui si trova la Food Valley.

Questo primato è dovuto anche all’elevato numero di prodotti DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta), difficilmente riscontrabile in altre regioni. A ottenere queste sigle tanti straordinari prodotti tipici emiliani che tutti noi abbiamo assaggiato almeno una volta. Solo per citarne alcuni:

  • Parmigiano Reggiano
  • Prosciutto di Parma 
  • Aceto Balsamico tradizionale di Modena e di Reggio Emilia
  • Culatello.

Tra le specialità emiliane non possiamo non menzionare il vino. Il territorio dell’Emilia Romagna, infatti, è storicamente adatto, per condizioni geografiche, alla coltivazione della vita.

Tra tutti, la bandiera dell’emilianità di cui è diventato simbolo, il Lambrusco. Questo vino, dall’inconfondibile carattere frizzante, nasce a partire da diverse tipologie di uve. Infatti di Lambrusco non ce n’è solo uno. E diverse sono le denominazioni nelle diverse province.   C’è per esempio il Reggiano DOP: vino rosso dal colore più o meno carico, a seconda della tipologia di uve utilizzate, e un profumo intenso, che varia dal fruttato al floreale. Il sapore cambia molto sulla base delle tipologie, andando da secco ad amabile ma ha sempre delle caratteristiche inconfondibili: è frizzante e vivace, fresco e leggero

Per restare sempre aggiornato sulle ultime novità ed eventi iscriviti alla nostra
Newsletter